Il tavolo di partecipazione cittadino alle scelte del Waterfront di Roma


lunedì 29 aprile 2013

VERDE


Il presente documento redatto dal tavolo tecnico della partecipazione sul waterfront rappresenta una prima fase di analisi-sintesi delle aree verdi attrezzate del X Municipio (ex- XIII), ma si limita, per mere ragioni di tempo, all'area riferita ad Ostia e alle sue immediate adiacenze. Successivamente, con l’auspicabile contributo delle varie associazioni di quartiere sarà realizzato il censimento delle aree verdi dell’intero territorio municipale. 



Il rapporto tra l'area urbana e i suoi margini
L'abitato di Ostia, cresciuto principalmente negli anni '70-'80 contestualmente allo sviluppo del vicino aeroporto Leonardo da Vinci, è arrivato ad un livello di saturazione oltre il quale è impossibile andare, soprattutto in virtù dei margini che lo delimitano.
Per diverse ragioni questi margini sono caratterizzati da delicatissimi equilibri ambientali che caratterizzano e condizionano la vita del nostro territorio.
Limite sud-ovest: il mare, caratterizzato da problematiche legate ai fenomeni erosivi delle spiagge e al cosiddetto effetto dell'aerosol marino, costituito da varie sostanze trasportate nel mare dal fiume Tevere, e che il mare restituisce alla costa attraverso i principali venti che provengono dal mare stesso (libeccio e scirocco,  c.d. venti dominanti). Queste sostanze sono principalmente costituite da detergenti di sintesi che creano dannose sinergie con il salmastro e con altre sostanze, a danno della vegetazione costiera.
Limite nord-ovest: il Tevere, che come il mare rappresenta una barriera invalicabile all'espansione urbana, e che, oltre al sopracitato problema del trasporto di sostanze inquinanti, soprattutto in corrispondenza della foce crea problemi alle aree limitrofe, sottoponendole a continui rischi di esondazione.
Limite nord: Le pinete, costituite dalla Pineta delle Acque rosse e dalla pineta di Procoio. La prima pineta è stata piantata circa 60 anni fa con il metodo delle pinete produttive, ma non è mai stata coltivata e mantenuta come tale, per cui, fino a circa 10 anni fa era un bosco impenetrabile e pericoloso perché pieno di pini deboli a rischio crollo. In quest'ultimo decennio è stata effettuata una operazione di sfoltimento della pineta, isolando le piante più robuste ed eliminano quelle più deboli (ed è questo il metodo della pineta produttiva). La pineta di Procoio è caratterizza dalla presenza di importanti reperti archeologici, essendo questa un'area allineata con il percorso della antica Via Severiana.
Limite est: La pineta di Castel Fusano, che si sta evolvendo in lecceta, secondo un processo naturale dovuto sia all'impossibilità della pineta di riprodursi in questo areale, sia da una parallela mancanza di decisioni e della conseguente individuazione delle corrette strategie manutentive. Altro elemento caratteristico della Pineta di Castelfusano è la diffusa presenza di macchia mediterranea retrodunale. Nell'anno duemila la pineta è stata danneggiata da un gravissimo incendio che ha distrutto circa 260 ettari (circa un quarto dell'intera superficie della Pineta di Castel Fusano

Limite sud-est: Duna di Capocotta costituita da un paesaggio di straordinaria qualità con funzioni importantissime di protezione delle fasce retrostanti la duna (Pineta di Castel Fusano e Castel Porziano).

La lettura dei margini del territorio lidense chiarisce le evidenti ragioni che rendono impossibile uno sviluppo di nuovi insediamenti.

Quanto descritto per l'abitato di Ostia vale anche per l’intero territorio del Municipio: il mare a sud, il Tevere che corre lungo tutto il confine ovest/nord-ovest, la pineta di Castel Fusano e la tenuta di Castel Porziano a est/sud-est costituiscono i margini naturali del territorio. A nord est c’è una potenziale interruzione di continuità tra la tenuta di Castel Porziano e il Tevere, ma le urbanizzazioni presenti (Vitinia e “Giardini di Roma”) costituiscono esse stesse un limite fisico all’espansione.
IL VERDE A OSTIA
E’ stata realizzato un censimento delle aree verdi presenti nel territorio, dividendole in tre categorie tipologiche: Pinete di margine, Pinete urbane e Giardini attrezzati

Le pinete di margine

Sono costituite dalla Pineta delle acque rosse, dalla Pineta di Procoio e dalla Pineta di Castel Fusano. Le caratteristiche dimensionali e la loro localizzazione rendono dette aree poco fruibili, attribuendo loro una prevalente funzione ecologica e di verde di rispetto.
Le pinete urbane

Sono situate a ponente, (si tratta delle porzioni sud della Pineta delle acque rosse) e a levante (Pineta del IV novembre, alle spalle della Caserma della Guardia di Finanza). Queste aree verdi sono caratterizzate da totale assenza di attrezzature (panchine, vialetti, giochi per bambini) ma grazie al posizionamento, interno al centro abitato, possono essere fruite per attività legate allo sport (jogging, biking etc.). In ogni caso queste caratteristiche sono tali da non poterle comprendere all’interno del computo delle Aree verdi attrezzate (ex dpr 1444 /1968)
Giardini attrezzati
Sono circa dieci aree a verde, di varie dimensioni che, pur essendo nate come giardini attrezzati, nella maggior parte dei casi sono caratterizzate da gravi carenze sotto il profilo della manutenzione.

Di seguito si riepilogano i dati dimensionali delle pinete urbane e dei giardini attrezzati:
1 – Pinete urbane: 22 ettari circa
2 – Giardini attrezzati: 16 ettari circa
Se consideriamo che nell’ambito urbano di ostia ci sono circa 90.000 abitanti, anche considerando le Pinete urbane alla stessa stregua di giardini attrezzati si deduce quanto segue:
1 – 90.000 x 9 mq di verde/ab = 81 ettari
2 – Superficie a verde: 38 ettari < 81 ettari

Mancano quindi circa 43 ettari di verde attrezzato per soddisfare gli standard minimi previsti dal dpr 1444. In più dobbiamo considerare che sotto il profilo della omogeneità di distribuzione nel territorio, c’è una grave carenza di aree a verde attrezzate nel cuore del centro abitato.





Il progetto del Waterfront

Se analizziamo il progetto sotto il profilo della prevista dotazione di aree verdi da un lato, e dell’utilizzo dei vuoti urbani dall’altro, si evidenzia come le scelte adottate dall’Amministrazione non mantengono le premesse del piano stesso, che prevedeva, oltre al pieno rispetto degli standard urbanistici previsti per le nuove edificazioni, l'integrazione degli standard mancanti nel nostro territorio, soprattutto sotto il profilo dei parcheggi e delle aree verdi.
Per questo risulta incomprensibile, e quindi criticabile, la decisione di riempire i vuoti urbani (area dismessa dell’ex stazione vecchia e aree libere poste sul lungomare di levante) con nuova edificazione. In particolare, l’analisi su esposta suggerisce l’urgenza di sfruttare l’area dell’ex stazione ferroviaria proprio allo scopo di soddisfare la carenza di parcheggi e di aree verdi (come d’altronde già evidenziato all’interno del documento sulla mobilità redatto dal tavolo tecnico del tavolo della partecipazione del waterfront)








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